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Tèlecom Itàlia.

Azienda italiana di telecomunicazioni sorta nel 1994 dall'accorpamento delle cinque società del gruppo IRI-STET: Iritel, Italcable, Telespazio, SIRM e SIP. La sede legale fu posta a Torino, quella sociale a Milano. Il gruppo multimediale T.I., tra i maggiori operatori europei di telecomunicazioni, opera in tutto il mondo nei settori della telefonia fissa e mobile, internet e media, office and system solutions, ricerca e sviluppo. Nel 1995, con una scissione parziale dalla casa madre, nacque TIM (V. TELECOM ITALIA MOBILE). Per i primi quattro anni T.I. fu controllata per due terzi dalla STET (del gruppo IRI) che, sulla base di concessioni governative, gestiva i servizi di telecomunicazione nazionale, internazionale, intercontinentale, le comunicazioni via satellite e quelle radiomarittime. Nell'ottobre 1997, sotto la presidenza di Guido Rossi, fu attuata dal Governo la privatizzazione della società, che comportò la quasi totale uscita del Tesoro. Ma a causa della scarsa risposta degli investitori italiani (il gruppo più corposo, guidato dagli Agnelli, riunì solo il 6,62% delle azioni), si dovette attendere il giugno 1999 quando la Olivetti, attraverso la Tecnost di Roberto Colaninno (già nel settore delle telecomunicazioni con Omnitel e Infostrada), ottenne il controllo della società, con una quota del 51,02%. In veste di amministratore delegato e presidente di T.I. (giugno 1999 - luglio 2001), Colaninno rafforzò la posizione del gruppo sui mercati internazionali, in particolar modo Europa, America Latina e aree del Mediterraneo. Nel luglio 2001 T.I. fu acquistata dal gruppo Pirelli-Benetton e nel settembre 2001 Marco Tronchetti Provera ne fu nominato presidente. Nel marzo 2005 T.I. lanciò in Borsa un'offerta pubblica d'acquisto su TIM, che inglobò nel mese di luglio. Nel settembre 2006, dopo l'annuncio dello scorporo di TIM, Tronchetti Provera si dimise dalla guida della società, che tornò nelle mani di Guido Rossi. Nel 2006 T.I. fu coinvolta, insieme al SISMI, nello scandalo delle intercettazioni abusive a danno di giudici, giornalisti, politici e uomini d'affari.